Salvatore Lanzafame | Official Web Site


Vai ai contenuti

Critica - 2A

Salvatore Lanzafame

Anche quando si presenta con colori forti, vivi ed energici, la pittura di Salvatore Lanzafame rasserena; la sua specificità risiede nell'equilibrio, nella sintesi tra movimento, colore, proporzioni e memoria. Sulla superficie pittorica il lavoro è organizzato disponendo, con doviziosa maniacalità, più livelli di materia. Il procedere per gestuali stratificazioni, lasciando che il pigmento vivo abbracci la consistenza e la densità della materia, impreziosisce l'opera e dona una visione d'insieme che, azzerando le problematiche antropologiche e morfologiche legate al territorio rappresentato, conferisce alla sfera romantica il compito di descrivere il frammento in precedenza fissato nella memoria. Di fatti, la memoria funge da taccuino, da block notes su cui annotare non solo il necessario e l'indispensabile ma anche quei momenti meno rilevanti o apparentemente insignificanti; una memoria che non si avvale di espedienti meccanico-fotografici per preservare i dati, che permette al ricordo di modificare, trasformare e ridefinire perfino i sensi e le fragranze più delicate.

Come uno strato impercettibile di polvere, il ricordo si posa su ciò che è passato, lo ricopre e lo cristallizza nell'angolo più remoto della mente modificandone anche i contorni, preservandolo gelosamente, custodendolo fino al momento in cui riaffiora improvvisamente e, attraverso il colore, si posa sulla superficie pittorica con artigianale mestiere lasciando al pigmento la facoltà di rievocare quei profumi che solo il pensiero ha la forza di rendere nuovamente vivi.
Nascono cicli in cui la natura è descritta con enfasi, partecipazione e slancio emotivo, in un turbine in cui la forza del ricordo è esibita con un incalzare sostenuto di veemenza pittorico-gestuale; nascono opere dedicate al paesaggio italiano (alla sua Sicilia - infatti, l'artista ha origini isolane, è nato a Catania dove tuttora risiede e lavora -, alle saline pugliesi, alla laguna di Lesina, ai Colli Euganei, alla terra trentina dell'Adige e a quella paludosa del Polesine), alla zona che circonda il lago Turkana (situato nel territorio a nord-ovest del kenya in Africa centro-orientale) e a quella relativa al parco nazionale di Yosemite, riserva naturale protetta situata tra le contee californiane di Mariposa e Tuolumne. Nei quadri che compongo questi cicli è rappresentata una natura innaturale, una realtà che appartiene al mondo del ricordo e che spesso non corrisponde ad una idea fisica di posto ma che ne rivive gli umori e le sensazioni. Le opere, disposte una accanto all'altra, formano un paesaggio irreale, privato, sentimentalmente logico, in cui l'artista siciliano complica l'idea di luogo definito affidando alle più diverse tonalità della sua tavolozza il compito di descrivere la propria condizione emotiva, creando una mappatura precisa e attinente dei propri stati d'animo che sovrasta l'idea puramente visiva e la messinscena abilmente plasmata sul supporto pittorico.

Ed ecco che i vari momenti della giornata (alba, mattino, pomeriggio, tramonto e sera) intervengono a regolare una scansione temporale che, in nuce, è identica a se stessa in tutte le parti del pianeta, che regola e disciplina la vita di qualsiasi essere vivente. Sembra quasi che, dietro un'idea di paesaggio, il pittore isolano nasconda la necessità di raccontare le varie sfaccettature dell'animo umano, i vari umori che all'improvviso affiorano e si manifestano. Di fatti, partendo da un discorso particolare, sviluppato in maniera privata e aderente alla propria sfera emotiva, Salvatore Lanzafame si spinge fino a descrivere la condizione umana, le sue molteplici variazioni e i suoi immancabili cambiamenti determinati dallo scorrere inesorabile del tempo.

Piero Boccuzzi (2010).


Torna ai contenuti | Torna al menu