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Critica

Salvatore Lanzafame

Per Salvatore Lanzafame

Salvatore Lanzafame realizza il suo cammino espressivo nel confronto con il paesaggio. Confronto in cui rivela una notevole libertà espressiva, la forza di un colore vivace e timbrico.
In questi lavori si constata un'equilibrata e controllata struttura compositiva, mentre il fluire del segno circoscrive le zone cromatiche, creando incanti luminosi. L'elemento di base della sua ispirazione rimane sempre lo spettacolo della natura. Una pittura, la sua, che possiede il fascino di un colore impreziosito dalla luce atmosferica, scandito da una gestuale immediatezza, immesso nel rievocativo spazio della memoria. Lanzafame non ha certo ignorato l'apporto delle Avanguardie Storiche, specialmente in riferimento a certe suggestioni che provenivano dall'Informale, che poi ha distillato in una visione figurativa esemplare, sostenuta dal suo personale rapporto che lo lega creativamente alla terra, alla natura, al paesaggio della Sicilia.

Il soggetto di fondo del suo visivo linguaggio, senza affettazioni letterarie, è la pittura. I suoi dipinti sono esplorazioni a tutto campo del colore e delle possibilità infinite della pittura, con variazioni sul tema del paesaggio, accompagnate da ricche stratificazioni di materia-colore.
I toni, sviluppati in libertà, rendono le sue composizioni dal punto di vista soggettuale notevolmente espressive. Osservando la concreta vitalità di questi dipinti, è facile immaginare l'artista in piena azione, mentre riversa sul quadro una passione sfrenata, incontenibile. Lanzafame, immerso nella materia pittorica, vede il quadro come pura pelle, costituita da diversi e sovrapposti strati.

E' l'atto creativo a guidare l'artista sulla giusta strada. I suoi dipinti nascono introspettivamente, dalla sfera dei ricordi, dal fluire dell'immaginazione. Come per Pollock, si tratta di una pittura che si rispecchia in se stessa. Lanzafame, la cui opera è coerente, non si ferma, continua a ricercare, per meglio addentrarsi in un mondo fatto di intime sensazioni, la cui conoscenza è data dalla pittura stessa, dal suo spirito che pervade nel suo complesso la genesi dell'opera. L'artista evidenzia, senza trucchi, un accurato esercizio dell'antico mestiere del dipingere e dimostra un'insolita energia, rara nella sua generazione, nonché la consapevolezza di trovarsi di fronte al limite delle possibilità della pittura. Una pittura che si confronta con la contemporaneità e crea una realtà soggettiva che eleva la libertà immaginativa.

Nelle sue tele l'artista inventa un mare che trabocca con furia, un cielo che irrompe con potenza. Lanzafame crea sempre un paesaggio che colpisce con energia l'animo dello spettatore. Il pittore sottolinea nei suoi dipinti la grandezza della natura di fronte al limite della condizione umana.. La pittura di Lanzafame è costruita attraverso una ricerca formale in cui viene scoperta con gradualità una ricerca formale essenzialmente plastica. La densità materia è senza dubbio un elemento decisivo della sua espressività, caratterizzata da una libertà gestuale che imprime movimento alla scena. Se, poi, si guarda un po' più in profondità il suo dipinto, si comprende che i vari elementi della natura, la terra, il mare, l'aria sono stati colti in un'intima vibrazione.

Nel suo lavoro, qualsiasi forma o materiale l'artista adotti (pittura o scultura), sempre dimostra una sua chiara coerenza. Lanzafame probabilmente continuerà a lavorare su vasti elementi compositivi (cieli, mari, distese, alberi, etc) in quanto un quadro in definitiva è un supporto su cui essenzialmente si dispongono colori, forme, linee. Infatti, per esempio, Gauguin libera sempre più il colore da riferimenti naturalistici, lo definisce simbolicamente ricercando non più la vibrazione atmosferica ma la risonanza allusiva, il palpito metaforico. Ne consegue che i rapporti cromatici risultano inventati e si apre la via all'autonoma poesia del colore. Infatti anche la sua pittura si nutre della vita, aspira ad una visione assoluta, che l'artista, sa bene, può raggiungere solo nella liberante solitudine del suo studio, fra i suoi personali pensieri, nel risveglio infinito delle proprie emozioni.

Natale Addamiano (2006).


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